Con il Corso di JiuJitsu per i più giovani diamo la possibilità di entrare nel mondo delle Arti Marziali facendo sport e divertendosi, trovando in un ambiente sano quei valori fondamentali per la formazione dell'individuo.
Il nostro primo obbiettivo è quello di fornire, tramite il gioco ed il
divertimento, la fiducia in se stessi ed un metodo per non rimanere vittima del
BULLISMO.
Un sistema che si basa su tecniche non violente (nessuna tecnica di percussione, solo tecniche di immobilizzazione) e si approccia al Bullismo su tre steps:
Un sistema che si basa su tecniche non violente (nessuna tecnica di percussione, solo tecniche di immobilizzazione) e si approccia al Bullismo su tre steps:
• Rispondere
Se un bambino viene molestato fisicamente o verbalmente, deve subito affrontare il Bullo. La buona educazione e la logica suggeriscono che sarebbe meglio ignorare tali atteggiamenti. Putroppo tale atteggiamento favorisce il bullismo. Invece, se la molestia avviene ad esempio a scuola, è necessario che il bambino affronti direttamente il bullo e gli dica di smettere.
• Raccontare
Se il problema persiste, la fase successiva è quella di raccontare al genitore o all'insegnante l'accaduto". Il Bullo fa di tutto per insabbiare le sue azioni, ma in questo modo almeno un adulto sarà a conoscenza del problema e potrà intervenire prima che si verifichino situazioni limite.
• Affrontare
Nel caso il Bullo decida di passare alla violenza il Bambino potrà affrontarlo con le "tecniche di controllo posizionale" apprese nell'Accademia e che mirano a sottomettere il Bullo senza causare danni.
E' necessario essere chiari, non siamo per la violenza o nemmeno per spingere i bambini al combattimento.
Jiu-Jitsu significa letteralmente "l'arte di morbidezza" o "Arte Soave" e la filosofia guida è quella di armonizzare la forza dell'avversario, piuttosto che cercare di opporsi alla forza con la forza.
Jiu-Jitsu insegna la fiducia e la forza interiore: due cose realizzabili, certamente anche senza un corso di arti marziali.... ma questa particolare disciplina non solo incoraggia a riflettere più profondamente sul modo di interagire con gli altri, ma aiuta a raggiungere nuovi livelli di fiducia e di forza.
Come? Sperimentando nel combattimento e apprendendo che si può e si deve vincere attraverso il metodo della morbidezza, l'uso del proprio intelletto e la conoscenza tecnica.
Attualizzando la sconfitta in ogni
allenamento, inquadrandola e radicandola all'interno di un contesto
'regolamentato' il giovane praticante esegue una utilissima forma di
autoeducazione. Scherzando con la lotta in realtà esegue il più serio di tutti
i compiti, la stabilizzazione della personalità tramite trial&error, dando
all’adolescente una strategia per abituarsi al contatto fisico con l'estraneo.
Nessuna tecnica di percussione che nella sua violenza sintetizza
l’atteggiamento di voler allontanare, mentre nella loro fase di crescita gli
studenti hanno invece bisogno di essere capaci di abbracciare un forestiero
senza timore, di stare a contatto domando i propri fervori e sentirsi in grado
di gestire lo shockante controllo fisico di un’altro individuo (elementi caratterizzanti una disciplina di
lotta).
Il Jiu Jitsu è arrivato a noi quale
forma culturale specifica che però incarna un tratto naturale aspecifico, il
prendersi e rotolarsi assieme.
La naturale morbidezza e cedevolezza
che caratterizza i cuccioli animali nel gioco-lotta è riproposta in una
versione codificata e dalla tradizione centenaria creando un metodo che
trasferisce le qualità ludiche in un contesto di sopravvivenza, risultando
quindi più immediato e funzionale di altri sistemi in quanto istinto
geneticamente programmato e non costruzione razionale senza base forte
nell’istinto umano.